Cosa significa SEO Onsite

1 Luglio 2022
Quando si pensa alle tecniche per migliorare il posizionamento di un sito sul motore di ricerca non si può fare a meno di parlare di SEO. Questa volta però non concentriamoci sulle strategie che mirano al motore di ricerca ma piuttosto pensiamo al discorso pubblico. È vero il raggiungimento delle prime posizioni nella SERP è senza dubbio importante, ma quel che conta alla fine sono i risultati, le interazioni e la partecipazione di quel pubblico di riferimento che si cerca di attrarre a sé. Stavolta quindi prendiamo in analisi il sito nella sua totalità visto che solo in questo modo si potrà arrivare a capire come poter ottimizzare il dominio nella sua interezza, sotto tutti i punti di vista che risultano poi in una crescita effettiva. Tutto questo discorso per introdurre quella che è la SEO on-site e cioè l’insieme di tutte le tecniche necessarie per migliorare l’immagine ed il posizionamento del sito sul motore di ricerca.
Come ottimizzare il proprio dominio
Adesso che il discorso è leggermente più chiaro, possiamo passare ad analizzare quelle che sono le mosse da compiere su file e host del sito al fine di scalare la prima pagina di Google. Quelle che per definizione chiameremo attività SEO on-site, che si dividono principalmente in competenze tecniche e regole di buon senso e che differiscono da quelle on-page perché inglobano anche numerosi altri aspetti. Si parte dalle fondamenta, l’host del sito, per arrivare a quello che è il risultato finale, il dominio connesso alla varie pagine. Due degli elementi cruciali che determinano la crescita costante di una qualsiasi attività digitale e che è utile sapere per chiunque lavori nell’ambito della rete.
Anzianità e reputazione del dominio
Possiamo considerare il dominio di un sito come un vino di qualità, più è datato e maggiori sono le possibilità che attragga l’interesse dei motori di ricerca. La parola corretta sarebbe autorevolezza, un fattore che può essere condizionato quasi esclusivamente dall’età del dominio. Se si possiede un dominio da svariati anni c’è molta più probabilità che i contenuti proposti vengano indicizzati, in particolare se negli anni è riuscito ad imporsi come fonte affidabile, attirando numerosi link e collegamenti esterni.
Dominio a chiave esatta
I domini di tipo EMD (Exact Match Domain), se associati a contenuti di qualità, hanno maggiore possibilità di essere proposti come risultato di una query. Questo dovuto al fatto che già nell’indirizzo sono contenute diverse parole chiave che il motore di ricerca analizza per fornire siti e pagine affini alla richiesta dell’utente. Un sito come “web.agencyRoma.it” si posizionerà quindi prima di un dominio che riporta nomeazienda.it, perché facilmente riconducibile allo scopo del sito e più immediato per i crawler.
Analizzare le performance del server
Quando si possiede un host scadente, soggetto a continui problemi tecnici, down time e attacchi informatici, è più che normale che non venga proposto in prima battuta da Google. Il motore di ricerca cercherà sempre di offrire la maggiore qualità ai suoi utenti e quelli appena citati sono tutti casi che vanno completamente in direzione opposta. Se si possiede un sito dinamico, il consiglio è quello di analizzare se il database risiede sullo stesso host. Una connessione db a un server esterno impiega in genere più tempo e, se il database è offline, a causa di guasto potrebbe inficiare la renderizzazione di tutto il sito.
La velocità di caricamento delle pagine
La velocità è uno dei requisiti divenuti ormai imprescindibili sia dagli utenti che dai vari motori di ricerca online. In particolare dopo AMP, un sito che ha un tempo di caricamento maggiore di tre secondi tende ad essere scartato a prescindere, nonostante proponga contenuti di qualità. Ecco allora tornare utile il sistema di cache, lato server o lato client, che permette di fornire la pagine in modo più immediato evitando di ricaricare quelle già visualizzate e con loro tutti gli elementi più pesanti come immagini, video e animazioni.
Il certificato HTTPS
La sicurezza va sempre posta al primo posto. Prendendo in analisi due pagine identiche del proprio sito, una in versione HTTPS e l’altra in HTTP classico, Google mostrerà prima quelle con certificato di criptazion perché fornisce molte più garanzie all’utente. In particolare dopo che, nel 2018, un sito senza certificato HTTPS viene segnalato come Non Sicuro, scoraggiando l’utente a continuare la navigazione.